domenica 17 giugno 2007

Tempo fa scrissi insieme a una mia cara amica il resoconto di un viaggio a Torino, una visita nel carcere Le Vallette dove la cooperativa sociale Pausa Cafè torrefà grazie al lavoro di alcuni detenuti un caffè (il Tatawelo) che vendiamo nella nostra Bottega del Mondo a Firenze. La sera il viaggio è proseguito con la visita a quello che credo sia il primo punto vendita di Eataly. Scrivendone, sotto forma di dialogo, ne abbiamo criticato un aspetto:

E poi? E poi? La sera cosa avete fatto?
Beh, la sera siamo stati ospitati al nuovo Eataly!!
Italy?
Scritto E-A-T-A-L-Y... Un nome un programma!
Ma è un ristorante o qualcosa del genere?
Nooo! Macché!! È un nuovo supermercato “biologico”, centro enogastronomico lo chiamano loro. È stato fondato da quello che prima possedeva l'Euronics, che ora ha venduto e ha intenzione di tirare su questa nuova catena “bio”...
Beh, mi sembra una bella cosa, no?
Mmh... Sì, sì, ma vedi, non è tutto oro quel che luccica...
Cioè?
Beh, a cominciare dal fatto che il progetto è finanziato da Intesa-San Paolo, la prima della classe, in Italia. Fra le banche armate.
Apperò!


Il primo di questo mese proprio su questo argomento Unimondo ha pubblicato una notizia che sembra rendere datata la nostra critica, dal titolo: "Banche armate: Intesa-Sanpaolo esce dal mercato delle armi". "Entro poche settimane un nuovo ordine di servizio del gruppo Intesa-Sanpaolo stabilirà che si esce dall'operatività legata all'export di armi". Questa la dichiarazione di Valter Serrentino, responsabile Csr del gruppo (così nell'articolo, non sono riuscito a trovarne traccia sul sito del gruppo bancario). E' certo una notizia positiva, ma solo parziale: già nel 2004 Banca Intesa aveva stabilito, con un ordine di servizio, di uscire dal mercato delle armi. Nella Relazione 2006 della Presidenza del Consiglio sull'export italiano di armi risultava invece ancora pienamente implicata, questo il commento di Altreconomia: "Preoccupa [...] la ripresa delle autorizzazioni su Banca Intesa che aveva annunciato un cambio di politica negli scorsi anni ma passa da 163.000 euro a 46 milioni".

Per ora, quindi, rimaniamo a promesse almeno in parte già sentite: "La nuova scelta dovrebbe scattare dal 1° luglio. L'anno prossimo, quindi, Intesa-Sanpaolo sarà in parte presente nella lista contenuta nella Relazione della Presidenza del Consiglio al Parlamento, ma poi dovremmo rapidamente scendere" è un'altra dichiarazione di Serrentino riportata dall'articolo di Unimondo.

Aspettando i fatti, la nostra critica non perde attualità.

P.s. Errata corrige, vedere post 17 giugno

2 commenti:

Unknown ha detto...

Speriamo sia la volta buona...

Cisco ha detto...

Già, ma per saperlo occorrerà "attendere" anni, temo...
Senza contare che la Relazione della Presidenza del Consiglio non fa una fotografia completa di tutti gli investimenti delle banche in ambiti che hanno a che vedere con il commercio di armi, a quanto sembra...

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